Di sicuro, durante i corsi per gelataio, ai futuri professionisti che andranno a preparare e servire questo dolcissimo prodotto artigianale vengono insegnate tutte le tecniche, i trucchi, e i metodi perché ogni vaschetta prodotta contenga un vero capolavoro d’arte gelatiera, e il potenziale di farsi consumare in pochi minuti da frotte di clienti golosi.
Ma chissà, viene a volte da domandarsi, se in quelle stesse occasioni si dedica almeno un po’ di tempo e di attenzione ad un contenuto meno tecnico, ma altrettanto avvincente: la storia, attraverso i secoli, di questo dolce tanto famoso. Forse non contribuirà a fare coni più buoni, ma è sicuramente curioso scoprire che un prodotto apparentemente tanto moderno quanto il gelato ha alle spalle non decenni, e non secoli, ma se vogliamo finanche millenni di storia!
Abbiamo in realtà, sia dall’analisi accurata di libri e testi di tradizione antichissima, sia dal reperimento di particolari ed interessanti reperti archeologici, tutta una serie di motivi per pensare con ottima approssimazione che le origini di questo apprezzato dolce siano ben più antiche di quanto, comunemente, potremmo ritenere. Per fare qualche esempio, ne parla finanche la Bibbia, che ci informa di come Abramo accettasse l’offerta fattagli da Isacco di latte di capra misto a neve: qualcosa di molto somigliante, con i dovuti distinguo, ad un moderno “mangia e bevi”.
Sappiamo poi che lo stesso celebre re Salomone consumava con gran gusto bevande ghiacciate; e dagli scavi condotti nella sede della presumibile antica Troia abbiamo avuto conferma di come vi esistessero grandi cisterne sotterranee in cui riporre, ben avvolte in paglia e foglie, grandi quantità di neve e ghiaccio. Perfino il conquistatore più famoso dell’antichità, Alessandro Magno, pretendeva a quanto pare che, durante la guerra condotta in India, non mancasse mai un assiduo rifornimento di neve, che era solito mangiare, durante le marce e le battaglie, con miele e frutta.
Non possiamo evidentemente tralasciare di menzionare l’Antica Roma, sia in era Repubblicana che durante l’Impero, dove a quanto sappiamo le “nivatae potiones” erano apprezzatissime, tanto che perfino il generale chiamato “il Temporeggiatore”, Quinto Fabio Massimo, non trovò strano ideare una ricetta per una sorta di sorbetto; Cleopatra in persona, a quanto sappiamo, offrì con successo frutta e ghiaccio sia a Cesare che ad Antonio. In quanto cibi “di lusso”, però, e quindi tacciati d’esser peccaminosi, i gelati svanirono pressochè del tutto dalla scena europea durante il Medioevo – mentre in Vicino Oriente la ricetta per la “dolce neve” (è questa la probabile etimologia di “sherbet”, il sorbetto) veniva perfezionata, permettendo ai Crociati di tornare in patria con ricette raffinatissime di sorbetti agli agrumi, e dalla Cina, intorno al milleduecento, Marco Polo riportava una nuova tecnica per il raffreddamento basata su salnitro e acqua.
E siamo così arrivati al ‘300, e con il risorgere del gusto per il vivere e il mangiare bene, ricompaiono sulle tavole d’Europa anche i gelati. E ricompaiono con prepotenza, visto che nel cinquecento non c’è banchetto di signore o ricco mercante dove non vengano serviti tripudi di sorbetti – ora aromatizzati con gusti esotici, provenienti dal continente appena scoperto, come il cacao, il caffè, e i nuovi frutti tropicali.
Nel 1660, a Parigi, Procopio de’Coltelli apre una gelateria che riceverà perfino i complimenti del Re Sole in persona: diventerà il Cafè Procope, uno dei caffè letterari più importanti della storia. Un secolo più tardi, Giovanni Bosio apre la sua prima gelateria a New York, e il gelato sbarca in America. Chiudiamo il nostro viaggio con il 1927, l’anno in cui il bolognese Otello Cattabriga apre la strada alla diffusione capillare delle gelaterie con la sua invenzione: la gelatiera automatica.