Partiamo infatti dalla prima motivazione: quella igienica, che è poi il motivo principale per cui questo genere di rubinetto è stato inventato. Ogni volta che decidiamo di lavarci le mani, è ovviamente perché sono sporche; e quindi è con una mano sporca che tocchiamo la leva del rubinetto per aprirlo. E quando, lavate per bene le mani, lo tocchiamo per richiuderlo… stiamo, naturalmente, toccando di nuovo la sporcizia che abbiamo appena eliminato lavandoci. Un controsenso, che il rubinetto automatico elimina permettendoci di attivare l’acqua soltanto avvicinandoci.
Ma anche la seconda ragione è significativa. Un rubinetto lasciato aperto per distrazione, o anche solamente chiuso in maniera imperfetta, è un lento, ma costante spreco. Pensiamo che anche soltanto gocciolando, perché non trattiene più l’acqua in modo efficiente, un rubinetto spreca, in un anno, più di cento litri in un anno, e diventa facile immaginare quanta di più se ne possa buttare – pagandola! – perché ci si dimentica di serrarne bene le manopole. Anche qui, interrompendo del tutto il flusso non appena ci spostiamo, il rubinetto automatico ci mette al sicuro da questo rischio – contribuendo a coprire i propri, talvolta significativi, costi d’acquisto.
E se infine temiamo che il semplice alternarsi di aperto e chiuso non sia un sufficiente livello di controllo per il rubinetto installato in un bagno domestico, niente paura. I modelli più recenti sono dotati di sensori che permettono, muovendo le mani a destra o a sinistra sotto il getto, di regolare la temperatura dell’acqua erogata, e perfino, con un differente movimento, di controllare la potenza con cui il getto esce dalla bocchetta. Il tutto senza un tocco!